Solo et pensoso

Le cose più belle di questo mondo
sono come breve sogno


Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel luglio del 1304. Il padre, essendo un notaio di rinomata carriera, per via del lavoro si trasferì ad Avignone e portò con sé il figlio, che si vide catapultato nel grande mondo francese, a quei tempi infatti la sede papale si trovava proprio in Francia.
Petrarca conosce i romanzi francesi, la poesia di Dante e della scuola stilnovista, inizia a leggere testi religiosi che approfondirà quando deciderà di prendere i voti.
Petrarca studia legge ed entra in contatto con autori latini come Cicerone e Virgilio: per lui il latino è quasi come una seconda lingua che usa anche nella vita quotidiano.

Un personaggio di grande importanza nella poesia di Petrarca è Laura. Il poeta racconta di averla incontrata nell'aprile del 1327 e che fu amore a prima vista; la figura di Laura si potrà incontrare nella maggior parte delle poesie del Canzoniere (Rerum Vulgarium Fragmenta, componimento scritto in volgare che divenne l'opera più rinomata del poeta, nonostante quest'ultimo la definisse "una raccolta frammentaria di bazzecole").

Solo et pensoso

Solo et pensoso i più deserti campi
vo mesurando a passi tardi e lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l'arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:

sì ch'io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch'è celata altrui.

Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
cercar non so ch'Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io collui

In questo sonetto l'autore si presenta come afflitto dalle pene amorose e vergognoso della propria condizione che non vuole svelare agli altri, sfugge la compagnia di altri uomini e passeggia per luoghi solitari e remoti per non pensare a Laura.
Il poeta, inoltre, si rivede nella natura circostante, descrivendo il proprio locus amoenus che partecipa attivamente nelle pene dell'autore.
Petrarca viene infine inseguito dall'Amore, una forza travolgente personificata nella causa delle pene del poeta, che non smette di ricordargli il motivo per cui vaga solitario tra "selve e piagge".

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