Platone e la pederastia

"Possiamo perdonare quando un bambino ha paura del buio,
la vera tragedia è quando un uomo ha paura della luce"


Platone fu uno degli esponenti filosofi del IV secolo a.C. la cui influenza fu riscontrabile nei secoli successivi (fino agli inizi del secolo XIII).

Fu autore di opere di grande importanza, scritte in forma dialogica, poiché il filosofo riteneva la forma orale migliore di quella scritta.
Le più importanti sono la Repubblica, dove discute di problematiche di carattere politico; il Simposio e Fedro, che trattano di tematiche simposiali, come l'amore, il vino e lo stare in compagnia; Apologia di Socrate, in difesa del maestro Socrate, che venne ingiustamente condannato dal governo ateniese a bere la cicuta.

Le sue opere sono prevalentemente scritte in forma di dialogo tra Socrate (che rappresenta il pensiero di Platone) e un'altra persona da cui prendono il nome: vasta è anche la produzione poetica del filosofo, carica di suggestiva serenità, che ispira l'equilibrio stilistico nel quale ritroviamo anche la personalità dell'autore.

Una mela ti butto: se tu vuoi amarmi prendila
al volo e fa che io abbia la tua verginità.
Se altro ahimè è il tuo pensiero ugualmente
l'accogli e considera quanto fugace sia giovinezza.

Gli astri contempli, mio Astro. Potessu farmi
cielo, e dunque con mille occhi guardati!

L'evo porta con sé tutte le cose. Lungo
periodo di tempo e mutamento conduce
nome e forma e natura e anche il caso.

Nove dicono alcuni le Muse: quanto dappoco!
ecco anche Saffo di Lesbo, la decima Musa.

Ed ecco giungemmo in un boschetto fitto di ombre profonde
dove trovammo simile a dolce frutto il figlio di Ciprìde.
Non aveva la faretra colma di frecce, o l'arco ricurvo.
Pendevano le sue armi dall'intrico frondoso dei rami.
Su di un cuscino di rose abbandonato egli nel sonno
sorridendo dormiva. E sopra di lui le api leggere
su quelle dolci labbra accorrendo spargevano miele.

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