I sentimenti totalizzanti agli occhi di Saffo

La poesia di Saffo racconta i riti, quelli nuziali, la vita familiare, l'amore nella sua forma più totalizzante.



Saffo, poetessa nata nella seconda metà del VII secolo a.C. ad Ereso, nell'isola di Lesbo, apparteneva ad una famiglia aristocratica. A causa di sconvolgimenti politici nell'isola di Lesbo conobbe l'esilio, e soggiornò in Sicilia dal 604 al 595. 
Ritornata in patria, gestì fino alla fine dei suoi giorni un "tiaso", ossia una cerchia di fanciulle dedite al culto della dea Afrodite e delle Muse.
La poetessa fu una donna dalla personalità forte e affascinante, per questo ben presto divenne oggetto di una vera e propria leggenda, che la vide innamorata non ricambiata, a causa della sua bruttezza, del giovane e bellissimo Faone, fino al punto di gettarsi in mare per la disperazione.

Un aspetto cruciale del circolo era quello del Coltivare l'Amore: bisognava diventare esperte delle leggi dell'amore in tutti i suoi aspetti e indagare le sue sfumature più sottili: distacco, passione, nostalgia, gelosia.
All'interno dell'addestramento era prevista la pratica dell'amore omoerotico (tra le ragazze e con l'insegnante stessa), ritenuta la forma più elevata di apprendimento dell'amore.

La tematica centrale delle poesie di Saffo è l'Amore, che si presenta in vari aspetti:
  • L'Amore ha valenza psicologica, fa impazzire, diventa una follia. Come nell'Ode ad Afrodite, l'amore è spesso soppiantato dai dolori, è una forza della natura violenta che scombussola il cuore e l'animo di chi si innamora. 
  • Fuoco che arde, bestia subdola e dolceamara che procura gioie e affanni, vento violento che distrugge tutto.
  • Tra i sintomi dell'Amore vi è una gelosia inarrestabile, descritta dalla poetessa nell'Ode alla Gelosia, probabilmente il suo componimento più noto e considerato esempio di grandezza poetica.

Ode alla Gelosia

Pari agli dèi mi appare lui, quell'uomo
che ti siede davanti e da vicino
ti ascolta: dolce suona la tua voce,
e il tuo sorriso

accende il desiderio. E questo il cuore
mi fa scoppiare in petto: se ti guardo
per un istante, non mi esce un solo 
filo di voce,

ma la lingua è spezzata, corre esile
sotto le membra una fiamma,
non vedo più con gli occhi, mi rimbombano
forte le orecchie,

e mi inonda un sudore freddo, un tremito
mi scuote tutta, e sono anche più pallida
dell'erba, e sento che non è lontana
per me la morte.

Ma tutto si sopporta, perché...


Fu il filologo e critico Page a sostenere che si trattasse di un'ode alla gelosia, in quanto è presente una situazione triangolare tra la poetessa, la persona amata e la persona loquens, ovvero l'uomo che parla con la persona di cui Saffo è innamorata. 
Questa interpretazione è stata successivamente criticata in quanto si è appurato che la poesia si incentra principalmente sulla serenità dell'uomo e la donna che assiste, completamente sconvolta e smarrita dalla vista della ragazza.
L'Ode è un canto d'amore dove si indaga la passione amorosa, intesa come tormento e totale perdita di lucidità.

Inoltre, si pensa che dopo l'ultimo verso, corrotto, fosse presente un'altra strofa dove iniziava il verso gnomico, una riflessione contenente un insegnamento, riguardante la separazione delle due ragazze dal tiaso.


Proprio grazie a questi versi, che assumono il compito di descrivere in modo minuzioso come l'animo dell'innamorato soverchia il corpo, la poetessa Saffo è riconosciuta come esempio di un modello di poesia votata al racconto dell'amore in forma delicata e spontanea, ma anche come pathos intenso e vigoroso.




Articolo a cura di Giuseppe Barbagallo

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